In questi giorni è stato pubblicato dal Fondo Monetario Internazionale il Global Financial Stability Report, un’indagine annuale che studia le vulnerabilità all’interno del sistema finanziario globale.
In particolare, i dati forniti da Banca IFIS su richiesta del FMI, hanno aiutato a far luce sulle dinamiche che caratterizzano l’ecosistema composto dai vari attori che si occupano quotidianamente di credito e di non-perfoming loans.
Oltre al report annuale, i numeri, le stime e le previsioni fornite da Banca IFIS, riscontrabili nel Market Watch NPL di gennaio, sono presenti anche all’interno del Technical Annex 1.1, un documento di supporto che giustifica scientificamente il contesto quantitativo di analisi delineato nel GFSR.
Laura Gasparini, Responsabile Transaction IFIS NPL: “Poter collaborare con il FMI, il quale si è avvalso anche del database di Banca IFIS per formulare il suo studio, conferma il ruolo della nostra Banca in ambito internazionale come punto di riferimento nel mondo NPL.
Il Report sottolinea come nonostante l’intensa attività di deleverage di NPL in Italia che ha portato dal 2015 ad oggi a dismettere circa 155 miliardi di euro di valore facciale e gli sforzi fatti nell’aumentare le coperture su crediti, il nostro sistema bancario sia ancora tra i più vulnerabili in tema di NPL. Alcuni grafici mostrano come nonostante le elevate svalutazioni su crediti fatte dalle banche italiane negli ultimi anni, le stesse non siano sufficienti ad affrontare uno scenario particolarmente avverso, ma appena sufficienti ad affrontare uno scenario avverso di tipo moderato. Le banche italiane possono essere assimilate in questo alle banche portoghesi, spagnole e tedesche (ancorché queste ultime abbiano livelli di copertura decisamente inferiori), mentre le uniche banche pronte ad uno shock di particolare rilievo risultino essere le banche francesi”.
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